Ecco come Burkhardt descrive in generale le chiese genovesi: «A Genova lo stile romanico francese s'incontra con quello pisano. Le chiese di cui si tratta, sono in maggioranza basiliche con una specie di transetto, qualche volta anche con una cupola (di scarsa importanza e quasi sempre rifatta); le colonne in parte sono antiche, in parte si compongono di strati bianchi e neri alternati; i capitelli o sono antichi o imitano quelli antichi. Le facciate non posseggono le ricche gallerie del sistema toscano, ma si limitano a pilastri lungo i muri con l'alternazione di strati colorati (spesso soltanto dipinti, in tempi moderni, per un sentimento romantico). Nell'epoca gotica si continuò a costruire in questo modo alquanto misero per una città tanto ricca e soltanto una parte degli archi a tutto sesto fu sostituita da altri a sesto acuto»
Bibliografia
J. Burckhardt, Il Cicerone. Guida al godimento delle opere d’arte in Italia, Sansoni, Firenze 1952, pp.130-131.